L'articolo tratta di un antico seccatoio con relativo annesso, di proprietà privata, che è stato appena restaurato, posto all'interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi.
Il seccatoio si trova nei pressi di Castagno d'Andrea, tra il Fosso del Rupino e il Fosso della Macia.
E' inserito in un complesso di marronete storiche attraversate dall'antica Strada dei Carbonai, già presente nel Catasto granducale, attualmente denominata Strada vicinale di Cavallaia che congiunge Pian del Vaio con la Fonte del Borbotto.
Il Sentiero Natura del Parco, che ha come tema "La civiltà del castagno", ripercorre un tratto della "strada" dove è presente il seccatoio, considerato una delle emergenze territoriali.
Il seccatoio si trova nei pressi di Castagno d'Andrea, tra il Fosso del Rupino e il Fosso della Macia.
E' inserito in un complesso di marronete storiche attraversate dall'antica Strada dei Carbonai, già presente nel Catasto granducale, attualmente denominata Strada vicinale di Cavallaia che congiunge Pian del Vaio con la Fonte del Borbotto.
Il Sentiero Natura del Parco, che ha come tema "La civiltà del castagno", ripercorre un tratto della "strada" dove è presente il seccatoio, considerato una delle emergenze territoriali.
Il seccatoio restaurato, lato nord ovest |
Il seccatoio restaurato, lato nord est |
L'aspetto costruttivo esterno del seccatoio è una struttura in pietra con tetto a capanna, con la falda sul lato ovest del corpo principale prolungata sull’annesso. Il manto di copertura è composto da tegole marsigliesi. La struttura portante del tetto è costituita da una doppia orditura di travi e travetti con sovrastante un assito in legno di castagno posto in modo irregolare, che permette un'areazione sufficiente del fuoco e favorisce l'essiccazione delle castagne.
Da notare che all'epoca di costruzione del seccatoio si presume che il manto fosse in lastre di pietra, ma in occasione di un remoto rifacimento della copertura questa sia stata sostituita da tegole alla marsigliese, già in produzione in zona (es. Fornace Brunelleschi delle Sieci) negli anni '70 dell'800.
Nella foto successiva, corrispondente al lato sud del seccatoio, è evidenziato il prolungamento della falda e si nota la nuova feritoia realizzata a servizio di areazione del seccatoio.
Il seccatoio restaurato, lato sud |
Nel fronte principale del seccatoio è visibile in alto la piccola finestra, corrispondente al piano soppalcato, utilizzata per l'inserimento dall'esterno delle castagne. Queste vengono posizionate su un ripiano interno, costituito da staggiole in legno di castagno, che appoggia su travi sempre in castagno a circa m. 2 da terra.
Il seccatoio restaurato, particolare della finestra
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Dalla porta di ingresso del corpo principale dotata di architrave in castagno si accede nell'ambiente terreno, dove viene posizionato il fuoco che serve per l'essiccazione delle castagne.
Il seccatoio restaurato, la porta di accesso |
L'Azienda agricola Il Casone di proprietà Fabbri ha eseguito il recupero del seccatoio, che si trova posto all'interno di una marroneta secolare, con numerosi esemplari di notevoli dimensioni.
Il seccatoio lato nord est prima del restauro |
Prima dell'intervento di restauro il seccatoio era composto da un corpo di fabbrica principale che necessitava di opere di manutenzione e da un annesso in adiacenza la cui composizione era riconoscibile dalla presenza della muratura perimetrale e dalla pavimentazione, ma privo di copertura.
Il seccatoio prima del restauro lato nord ovest |
L'intervento è stato finalizzato al recupero della porzione del seccatoio con la realizzazione di una nuova copertura con le stesse caratteristiche di quella presente sul seccatoio stesso e che segue l'andamento della falda attuale.
Il seccatoio durante il restauro |
Particolare della porta prima e dopo il recupero. Le pietre degli stipiti si trovavano in loco, l'architrave e la porta sono in legno di castagno.
Il piano di calpestio era ricoperto di terreno vegetale che è stato rimosso fino al ritrovamento della pavimentazione costituita da lastricati in pietra.
Nell'interno dell'annesso dopo il restauro è visibile il cordolo in cca lasciato in vista. Nei seccatoi all'interno delle marronete l'annesso aveva la funzione di deposito, ma nel periodo in cui era acceso il fuoco, poteva servire anche di ricovero per il seccatore.
Il seccatoio è parte della marroneta, sassi e legno di castagno usato anche per il fuoco spento che secca le castagne da cui poi si ottiene la pregiatissima farina.
L'intervento di recupero effettuato valorizza il paesaggio, conserva il patrimonio architettonico rurale tradizionale, mantiene un'attività socio culturale radicata nel territorio.
Altre informazioni sul seccatoio e il suo funzionamento sono presenti nell'articolo I metati e la farina di castagne pubblicato nel settembre dell'anno passato, a cui è seguita l'omonima mostra dedicata ai seccatoi (metati) del territorio di San Godenzo.
I metati e la farina di castagne
Mostra a cura di Andrea Papi / Progetto le Valli
Casale e Castagno d'Andrea, ottobre 2018
Collaborazione Centro visite Parco e Comune San Godenzo
I metati e la farina di castagne
Mostra a cura di Andrea Papi / Progetto le Valli
Casale e Castagno d'Andrea, ottobre 2018
Collaborazione Centro visite Parco e Comune San Godenzo