giovedì 9 novembre 2017

Ontano o Castagno ?


Uscito nel 1978 il testo di Paola Tabet, "C'era una volta". Rimosso e immaginario in una comunità dell'Appennino toscano è il risultato di una importante ricerca antropologica svolta interamente a Castagno d'Andrea.
Il lavoro fu pubblicato con il contributo della Comunità montana del Mugello e dell'Alta Val di Sieve nell'ambito delle attività di promozione dello studio del territorio e dei suoi problemi sociologici e culturali.

Per approfondire la conoscenza dell'antropologa Paola Tabet, vedi anche l'intervista La Banalità dello scambio.


Il volume è reperibile nella Biblioteca dell'Identità Toscana del Consiglio Regionale.


Dalla presentazione del volume in retrocopertina:

" Una comunità contadina appenninica appare nel volume con i suoi discorsi e le sue sconcertanti novelle tradizionali, grottesche e piene di riso imprevisto. 
Due livelli, due letture della realtà passata e presente.
La prima, quella data dagli abitanti di questo spopolato paese della montagna toscana nel corso di un'inchiesta sulla cultura orale tradizionale e sulla trasformazione socioeconomica che ha investito il paese: interpretazione contraddittoria dove le censure e il rimosso personale e collettivo a tratti allontanano la realtà di miseria e conducono a una visione armonico-mitica del passato. 

La seconda lettura, quella data dai testi orali, registrati nel paese e pubblicati nel volume. 
Al di là della dimensione delle interviste e della loro visione di un mondo comunitario e ancora "solidale" le novelle, gli indovinelli, le storie ripropongono nella sfera dell'immaginario", meno sottoposto al controllo della rimozione, i conflitti, la violenza, la sopraffazione sociale e sessuale che dominano il mondo contadino ".



Ontano è una piccola frazione di un comune di montagna ...


Veduta di Castagno
Archivio Comune di San Godenzo

P. Tabet, "C'era una volta", pag. 4
 

" La rilevazione sul campo si è svolta tra il 1964 e il 1966. Sono tornata poi a Ontano nel gennaio del 1974. Ho ritrovato il paese fortemente spopolato ... Ed era stata minima, come è risultato dalla ricerca, la trasmissione del patrimonio culturale tradizionale dalla generazione più anziana alle successive. " (pag. IX)

" Quelli che a Ontano mi hanno raccontato più fiabe sono stati due individui Cinto e Albina che rifiutavano nella maniera più completa radio e TV. Il loro atteggiamento verso il presente era di scontentezza e distanza. Cinto andava spesso alla locanda-osteria e quando la televisione era accesa le voltava le spalle, o sedeva di lato per non vederla, completamente chiuso nel suo mondo. Ma ha conservato nella memoria le più lunghe fiabe che ho raccolto a Ontano, e me le ha raccontate, nonostante lo sforzo che gli costava parlare per l'asma, con partecipazione e divertendocisi." (pag. 79) 

Le foto seguenti sono tratte dal Calendario 2016 dell'Associazione Andrea del Castagno.
 
Pascolo sotto la grotta delle fate, 1943


Le baracche del dopoguerra, 1947


Mercato dei marroni, 1950


La trebbiatura alla Castellina, 1960




giovedì 13 aprile 2017

Il mulino di Castagno e gli altri.

Facendo una ricognizione sui mulini che si trovavano nel comune di San Godenzo, uno soltanto è ancora in funzione, il Mulino nuovo (Mulino Ciucchi) di San Bavello. Due anni fa nell'articolo Un percorso nel mondo del castagno ne ho analizzato la composizione e il funzionamento. Nel post c'erano anche immagini di altri ex mulini del territorio comunale: quello di Osteria nuova, di Serignana di sotto (Mulino Calabri), di Castagneto.
Mulini non più attivi, trasformati in seconde case o abbandonati. Alcuni sono edifici ormai in rovina, come  Molinaccio di cui recentemente ho trattato.

Le foto mostrano ciò che resta di quello che una volta era il Mulino di Castagno d'Andrea.       

Mulino di Castagno d'Andrea. Foto Aleandro Fabbrucci, 2017

Mulino di Castagno d'Andrea. Foto Aleandro Fabbrucci, 2017

Mulino di Castagno d'Andrea. Foto Aleandro Fabbrucci, 2017

L'immagine successiva, tratta dal Catasto Leopoldino, mostra il rilievo del mulino di Castagno dove è indicata la presenza di gora e bottaccio.


Catasto Generale Toscano, rilievo del 1824-25 (estratto)


Dalle foto precedenti è difficile immaginare come era realmente fatto l'edificio. Forse esistevano solo gli ambienti propri del mulino e non l'abitazione del mugnaio. Molto probabilmente l'arco che è rimasto era sottostante al locale contenente le macine, opposto alla gora. Da lì fuoriusciva la stessa acqua che dal bottaccio era stata convogliata nella doccia, aveva fatto muovere il ritrecine, azionato le macine che riducevano le castagne e i cereali in farina. 

Nella foto che segue vediamo un mulino recentemente restaurato in prossimità del Fosso dell'Acquacheta, nell'area della località I Romiti.
 
Molino dei Romiti
Foto: Comune di Portico e San Benedetto

Della zona dei Romiti e della Cascata dell'Acquacheta, al confine tra Toscana e Romagna, esistono alcune  foto dei primi anni del '900.

Le foto seguenti mostrano invece l'ex mulino Calabri, in particolare l'ambiente prospiciente il Borro della Falterona, che potrebbe avere relazione con quanto precedentemente ipotizzato sul mulino di Castagno.
Nella prima immagine si vede parte dell'arco in pietra di accesso all'ambiente interno.


Molino Calabri © Foto Progetto Le Valli

Nella seconda immagine, relativa all'ambiente interno (mulino di sotto), si distingue nel soffitto un palo verticale in ferro, l'albero motore di trasmissione dalla ruota a pale alla macina corrente, che si trovava al piano superiore (mulino di sopra). A sinistra si intravede l'apertura corrispondente all'arrivo del canale in pietra dove fuoriusciva l'acqua che, proveniente in verticale dal bottaccio, faceva azionare la ruota. L'afflusso del'acqua era regolato da una saracinesca comandata dal locale sovrastante


Molino Calabri © Foto Progetto Le Valli


MULINO CALABRI
Foto anni 1992-94. 
Piano strutturale del Comune di San Godenzo


ALTRI MULINI DEL COMUNE DI SAN GODENZO NELLE FOTO DEGLI ANNI '90

Nell'analisi del patrimonio extraurbano del Comune di San Godenzo è indicato che erano mulini gli edifici posti in località: I Coltri, Mulinuzzo, Il Fondo, Vallittoli ed anche Rio (oggi Villa Rio). Forse il rudere di Case Castelli era un mulino.


I COLTRI
Foto anni 1992-94. 
Piano strutturale del Comune di San Godenzo.

MULINUZZO
Foto anni 1992-94. 
Piano strutturale del Comune di San Godenzo


IL FONDO
Foto anni 1992-94. 
Piano strutturale del Comune di San Godenzo


MULINO DI VALLITTOLI
Foto anni 1992-94. 
Piano strutturale del Comune di San Godenzo


giovedì 12 gennaio 2017

Per il rilievo dell'Oratorio / Materiali 7


OSSERVAZIONI

La fase del rilievo grafico, in collaborazione con il comune di San Godenzo, dello stato di fatto dell'Oratorio in previsione del progetto di restauro, è un'occasione per una più approfondita conoscenza del piccolo edificio storico in località Le Valli (già Oratorio intitolato alla Madonna del Carmine).

Partiamo da tre foto di epoche diverse al fine di osservare più dettagliatamente alcuni particolari.
La prima foto che risale al censimento delle case sparse, fatto per il Piano strutturale comunale negli anni 1992-1994, mostra la facciata dell'edificio. Vediamo che per quanto riguarda le aperture, sono presenti una finestra ovale e una porta, all'epoca già priva delle cornici, stipiti e architrave, in pietra.


Oratorio in località Le Valli
Foto anni 1992-2002 © Comune di San Godenzo

La seconda foto è stata scattata nel 2008, nel momento in cui prese inizio il Progetto Le Valli. Le condizioni dell'edificio non sono molto cambiate rispetto all'immagine precedente. In facciata si vede ancora molto chiaramente la presenza di parte dell'aggetto della copertura. Sul lato destro si nota che lo sporto di gronda è conservato.

Oratorio in località Le Valli
Foto anno 2008 © Progetto Le Valli

La terza foto è stata eseguita nell'aprile del 2016, dopo il taglio della vegetazione spontanea che ha permesso l'accesso anche all'interno dell'oratorio. In questa occasione sono state effettuate le foto per la mostra del 2016.
In facciata, rispetto alle foto precedenti, si vede che sono caduti gli elementi costituenti l'aggetto del tetto, come le tavolette in legno e le lastre in pietra della copertura. Sono ancora visibili la trave di colmo aggettante e le due mensole che sorreggevano due travicelli per lato, di cui uno è superstite.
Come nella foto precedente si nota che è probabile la presenza di scalini per accedere all'interno dell'Oratorio, dal momento che il piano del terreno risulta più basso rispetto all'accesso. Davanti alla porta però sono presenti macerie che impediscono, data la precarietà della struttura, di verificare più approfonditamente.

Oratorio in località Le Valli.
Foto anno 2016 © Progetto Le Valli


PARTICOLARI DELLA COPERTURA


Il tetto è a doppia falda inclinata, con manto di copertura realizzato con lastre di pietra a strati sovrapposti, posate su un'orditura lignea. L'armatura di sostegno è costituita da una trave in legno posta parallelamente alla linea di gronda, sulla quale sono collocati perpendicolarmente i travicelli, fissati con chiodi alla trave. Su questa orditura è posto un'assito in legno di castagno, collocato parallelamente alla linea di gronda.  

Foto 1 / dettaglio della copertura, lato sinistro
Trave di colmo con un travicello superstite disposto perpendicolarmente.



1 - Oratorio in località Le Valli. Foto anno 2016 © Progetto Le Valli

Foto 2 / dettaglio della copertura, interno lato sinistro.
Particolare di travicello su trave di colmo e alcune lastre in pietra su muratura.


2 - Oratorio in località Le Valli. Foto anno 2016 © Progetto Le Valli

Foto 3/ dettaglio della copertura, interno facciata e lato destro.
Tavole di legno di castagno posate su travicello disposto sulla trave di colmo.
La lunghezza delle tavolette indica l'interasse tra due travicelli. 

 
3 - Oratorio in località Le Valli. Foto anno 2016 © Progetto Le Valli

Foto 4 / dettaglio della copertura, lato destro.
Lastre in pietra in aggetto a realizzare lo sporto di gronda
 
4 - Oratorio in località Le Valli. Foto anno 2016 © Progetto Le Valli

Foto 5  / dettaglio della copertura, facciata.
Aggetto della copertura rispetto al piano di facciata. Per approfondimento vedi scheda

5 - Oratorio in località Le Valli. Foto anno 2016 © Progetto Le Valli

Foto 5a  / dettaglio della copertura, facciata lato destro.
Particolare dell'aggetto prima della caduta degli elementi che la compongono: la mensola che sorregge i due travicelli, le tavole di legno e le lastre di pietra a copertura.


5a - Oratorio in località Le Valli. Foto anno 2016 © Progetto Le Valli


L'ALTARE ALL'INTERNO

Dell'altare in pietra che si trovava all'interno dell'Oratorio sono stati ritrovati, sotto le macerie del tetto, quasi tutti gli elementi che lo componevano.   

Foto 1  / L'altare ancora in piedi dopo la caduta del  tetto.


1 - Oratorio in località Le Valli.
 Foto anni 1992-2002 © Comune di San Godenzo

Foto 2 - 3 / Elementi in pietra dell'altare ritrovati tra le macerie: una colonna e la lastra in pietra, piano dell'altare.

2 - Oratorio in località Le Valli.
 Foto anno 2016 © Comune di San Godenzo


3 - Oratorio in località Le Valli.
 Foto anno 2016 © Comune di San Godenzo


© 2017 Andrea Papi Progetto Le Valli