Uscito nel 1978 il testo di Paola Tabet, "C'era una volta". Rimosso e immaginario in una comunità dell'Appennino toscano è il risultato di una importante ricerca antropologica svolta interamente a Castagno d'Andrea.
Il lavoro fu pubblicato con il contributo della Comunità montana del Mugello e dell'Alta Val di Sieve nell'ambito delle attività di promozione dello studio del territorio e dei suoi problemi sociologici e culturali.
Per approfondire la conoscenza dell'antropologa Paola Tabet, vedi anche l'intervista La Banalità dello scambio.
Il volume è reperibile nella Biblioteca dell'Identità Toscana del Consiglio Regionale.
Dalla presentazione del volume in retrocopertina:
" Una comunità contadina appenninica appare nel volume con i suoi discorsi e le sue sconcertanti novelle tradizionali, grottesche e piene di riso imprevisto.
Due livelli, due letture della realtà passata e presente.
La prima, quella data dagli abitanti di questo spopolato paese della montagna toscana nel corso di un'inchiesta sulla cultura orale tradizionale e sulla trasformazione socioeconomica che ha investito il paese: interpretazione contraddittoria dove le censure e il rimosso personale e collettivo a tratti allontanano la realtà di miseria e conducono a una visione armonico-mitica del passato.
La seconda lettura, quella data dai testi orali, registrati nel paese e pubblicati nel volume.
Al di là della dimensione delle interviste e della loro visione di un mondo comunitario e ancora "solidale" le novelle, gli indovinelli, le storie ripropongono nella sfera dell'immaginario", meno sottoposto al controllo della rimozione, i conflitti, la violenza, la sopraffazione sociale e sessuale che dominano il mondo contadino ".
Ontano è una piccola frazione di un comune di montagna ...
Veduta di Castagno
Archivio Comune di San Godenzo |
P. Tabet, "C'era una volta", pag. 4 |
" Quelli che a Ontano mi hanno raccontato più fiabe sono stati due individui Cinto e Albina che rifiutavano nella maniera più completa radio e TV. Il loro atteggiamento verso il presente era di scontentezza e distanza. Cinto andava spesso alla locanda-osteria e quando la televisione era accesa le voltava le spalle, o sedeva di lato per non vederla, completamente chiuso nel suo mondo. Ma ha conservato nella memoria le più lunghe fiabe che ho raccolto a Ontano, e me le ha raccontate, nonostante lo sforzo che gli costava parlare per l'asma, con partecipazione e divertendocisi." (pag. 79)
Le foto seguenti sono tratte dal Calendario 2016 dell'Associazione Andrea del Castagno.
Pascolo sotto la grotta delle fate, 1943 |
Nessun commento:
Posta un commento