lunedì 1 febbraio 2021

Il mulino del Fondo

IL FONDO il ponte della gora sul torrente


La posizione dell'edificio è evidenziata dalla foto seguente che sembra giustificare il nome della località Il Fondo, dove si trova il mulino. Una grande costruzione che ha perso la sua funzione, sul Borro di San Godenzo, posta in prossimità dell'abitato di San Godenzo.


IL FONDO © foto Progetto Le Valli

 

Il mulino è raggiungibile con la Strada vicinale del Fondo (1). L'area è catastalmente interessata anche dalle Vicinali Dal Trebbio al Fondo (2) e Dal Fondo a Vallittoli (3).

 

Estratto catastale con le Strade vicinali di accesso.
1 Del Fondo-2 Dal Trebbio al Fondo-3 Dal Fondo a Vallittoli

 

A monte del torrente, non molto distante da Il Fondo, era presente anche il mulino di Vallittoli. Entrambi furono rilevati nel 1825 e riportati nelle mappe del Catasto del Granducato di Toscana.
 

Catasto Generale Toscano (estratto)

In duecento anni l'edificio ha subito varie trasformazioni, fino alla cessazione definitiva della funzione originaria come mulino, avvenuta vari decenni fa. Il venir meno dell'attività che andava avanti da tempo remoto, ha portato di conseguenza anche l'abbandono delle notevoli opere di canalizzazione dell'acqua che, come vedremo più avanti, sono però ancora riconoscibili. Nella seguente foto, dal Piano Strutturale del Comune di San Godenzo e risalente agli anni 1992-1994, è possibile ritrovare l'aspetto esterno che la costruzione ha ancora oggi.

 

IL FONDO - foto Comune di San Godenzo

 
Scendendo verso il torrente, in corrispondenza del lato a sinistra dell'edificio (vedi la foto seguente) si trovava il bottaccio che era posto a monte del mulino.
 
 
IL FONDO © foto Progetto Le Valli


Il bottaccio è un bacino artificiale in muratura in cui si raccoglie l'acqua proveniente dal canale di alimentazione, detto gora. Il bottaccio comunica col mulino tramite una bocca d'ingresso dell'acqua.
 
Il bottaccio visto dalla gora verso il mulino. Si intravedono le pareti in pietra ricoperte dalla vegetazione (foto seguente).

 
IL FONDO il bottaccio © foto Progetto Le Valli
 
 
Vista del bottaccio dal mulino verso la gora (foto seguente).
 

IL FONDO il bottaccio © foto Progetto Le Valli

 
La foto sotto mostra il lato dell'edificio verso il bottaccio, con un particolare del meccanismo a vite che permetteva di azionare la paratoia per regolare la quantità d'acqua da far convogliare in verticale nella canaletta. L'acqua che era raccolta nel bottaccio si trovava ad una quota maggiore e per caduta produceva la forza motrice necessaria a muovere le macine del mulino, tramite il ritrecine, la ruota idraulica di legno che era ad un livello ancora più basso.
 
 

IL FONDO © foto Progetto Le Valli
 
 
Il fronte principale dell'edificio guarda a valle verso il torrente. Nella grande costruzione era presente l'abitazione del mugnaio, oltre il mulino vero e proprio.

 

IL FONDO © foto Progetto Le Valli

 

Il mulino era disposto su più livelli. Nel mulino di sopra c'erano le macine in pietra, in quello di sotto, comunicante con l'esterno attraverso un'apertura a volta (in basso nelle due foto seguenti), era contenuto il ritrecine. L'acqua che dal bottaccio era stata qui incanalata per azionare il mulino, tramite il canale di scarico raggiungeva nuovamente il torrente.


IL FONDO © foto Progetto Le Valli

 

Nella foto seguente gli ambienti voltati del mulino di sotto. Nella parete sulla destra si intravede un'apertura da cui presumibilmente fuoriusciva il flusso controllato dell'acqua che proveniva in verticale dalla canaletta e faceva muovere il ritrecine.


IL FONDO © foto Progetto Le Valli
 
 

Il ponte per la gora.

A monte della briglia sul torrente San Godenzo (foto sotto) iniziava l'opera di presa dell'acqua che serviva per azionare il mulino.

 

IL FONDO la briglia © foto Progetto Le Valli

L’acqua era convogliata nella gora, il canale di alimentazione in muratura che dopo un percorso di molti metri terminava con la vasca di carico, il bottaccio. Nella foto successiva è visibile il muro della gora nel tratto di arrivo al ponte.


IL FONDO la gora © foto Progetto Le Valli

Le foto successive sono relative al ponte, opera costruita per il passaggio della gora sul torrente San Godenzo.  

 
IL FONDO il ponte © foto Progetto Le Valli


Particolare del pilone e dell'arcata del ponte sul quale passava la gora.


IL FONDO il ponte © foto Progetto Le Valli

 
Da notare l'importanza delle opere idrauliche ancora presenti che da sole meriterebbero un attento approfondimento per un recupero di tutto il compesso di quello che era il mulino del Fondo.
 

IL FONDO il ponte © foto Progetto Le Valli

Altri articoli pubblicati nel blog del Progetto Le Valli relativi ai mulini nel territorio del comune di San Godenzo:

Un percorso nel mondo del Castagno, con una descrizione del Molin Nuovo a San Bavello:
Il mulino di Castagno e gli altri:
https://progettolevalli.blogspot.com/2017/04/il-mulino-di-castagno-e-gli-altri.html


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giovedì 1 ottobre 2020

Le Valli e l'antico oratorio

Questo articolo vuole informare sulla situazione attuale di uno degli obiettivi del Progetto Le Valli, il recupero dell'antico oratorio che si trova nella località omonima. 

Con una nuova iniziativa sul web e in loco ci si propone di sviluppare un rinnovato interesse affinché gli obiettivi del progetto possano arrivare alla propria realizzazione.

 

Oratorio in località Le Valli, foto settembre 2020
 
 
Gli escursionisti che giungono a Le Valli troveranno a lato di ciò che resta dell'oratorio due pannelli esplicativi che illustrano alcuni momenti del progetto.

 

Pannelli esplicativi di alcune fasi del progetto

La località Le Valli è situata in un'area compresa tra gli abitati di San Godenzo e Castagno d'Andrea, tra il Passo del Muraglione e il Monte Falterona. Pur non essendo all'interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi è collegata al Sentiero delle Foreste Sacre ed è interessata dai Sentieri del CAI, dell'Alta Via dei Parchi, dal Cammino di Sant'Antonio. La zona può essere raggiunta con la rete sentieristica esistente, integrata da cartelli posti ad indicare il tratto non segnato.

➡️ Al termine dell'articolo sono indicati i sentieri CAI interessati a seconda delle direzioni di provenienza.

 

Vista dalla Strada provinciale 9 ter del Rabbi
 
Vista dal Sentiero CAI n. 6
 
 

 
Il complesso edilizio Le Valli e l'oratorio. Foto archivio Progetto Le Valli, 2008
 
I proprietari hanno risieduto a Le Valli per secoli, è documentato dal 1737 fino agli anni '60 del secolo scorso. L'Oratorio, inserito in un complesso edlizio di grandi dimensioni ma in avanzato stato di decadimento, risultava già costruito nel 1748 ed era intitolato alla Madonna del Carmine. 
 
 G. M. Brocchi, Descrizione della provincia del Mugello, 1748, pag. 268-269
 
 
L'oratorio in una foto eseguita dall'Amministrazione comunale di San Godenzo negli anni 1992-1994  

Dell'oratorio sono rimasti in piedi i muri perimetrali, con evidente precarietà della facciata. La copertura da tempo crollata era in lastre di pietra.

 

Particolare della finestra in facciata, foto settembre 2020

 

Particolare dei resti della copertura, foto settembre 2020

 

Nel maggio 2017 è stato effettuato dalla proprietà un primo leggero intervento tampone per impedire nell'immediato il crollo della trave di colmo ancora posizionata e della piccola finestra.

 

L'oratorio in occasione dell'intervento del 2017
 

Nello stesso periodo fu eseguito il rilievo grafico dell'Oratorio a cura dell’Amministrazione comunale di San Godenzo. 

 

Rilievo grafico Oratorio loc. Le Valli. Pianta, 2017

 

Nel mese di ottobre dello stesso anno seguirono altre iniziative.

Si iniziò con l'escursione Al Sentiero dell'architettura rurale. Da San Martino di Castagno d'Andrea all'Abbazia benedettina di San Godenzo. Per l'occasione nell'oratorio era collocata un'installazione di Andrea Papi.

 

Andrea Papi, Colori primari, Le Valli 2017


A Castagno si tennero due mostre nel Centro visite del Parcoil rilievo dell'oratorio e le foto realizzate nel 2016 da Andrea Papi.

 

Mostra sul rilievo dell'oratorio, 2017

 

Contemporaneamente si svolse l'incontro Il Sentiero dell’architettura rurale e l’Oratorio delle Valli: obiettivo recupero. Viabilità ed architetture abbandonate nel territorio del Parco, con la partecipazione del direttore del Parco Foreste Casentinesi. 

A compimento di tutte le iniziative, nel maggio del 2018 il Comune di San Godenzo presentò al Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi una richiesta di cofinanziamento comprendente il progetto "Sentiero dell'architettura rurale e Oratorio in località Le Valli". Il progetto però non è stato finanziato. 

Questa iniziativa si propone di far conoscere, anche dal vero a un numero maggiore di persone, un edificio di piccole dimensioni ma significativo bene culturale, destinato a scomparire senza un rinnovato interesse che permetta il restauro. 

lunedì 2 marzo 2020

Sassello nell'alta valle del Rabbi

Questo articolo è dedicato al bivacco Sassello che ha subito recentemente un incendio che ha distrutto totalmente l'interno (vedi foto). Auspicandone un veloce restauro si vuol sottolineare l'importanza dell'infrastruttura per tutto il territorio e per l'escursionismo.


Bivacco Sassello, San Godenzo. Foto Aleandro Fabbrucci, 2018.


Il  bivacco Sassello (m. 877 s.l.m.) si trova nel territorio del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, nell'alta valle del Rabbi, nel comune di San Godenzo. Fa parte del Patrimonio agricolo forestale della Regione Toscana, gestito per delega dall'Unione di Comuni Valdarno Valdisieve

La foto seguenti risalgono al periodo del restauro.  


Bivacco Sassello, San Godenzo. Foto Comune San Godenzo, 1992-1994

Bivacco Sassello, San Godenzo. Foto Comune San Godenzo, 1992-1994

Guardando la mappa catastale ne risulta recuperata solo una piccola parte, forse facente parte dell'edificio che era adibito ad abitazione. Inoltre, come si vede nell'immagine a sinistra, l'edificio era già presente nel Catasto leopoldino (primi dell'800).

 


Il bivacco Sassello è molto frequentato dagli escursionisti in tutte le stagioni ed è raggiungibile dalla Colla dei Tre Faggi, dal Giogo di Castagno e da Fiumicello.

A causa del recente incendio purtroppo dobbiamo continuare a descriverlo usando il passato.

Era liberamente accessibile e composto da due ambienti, uno al piano terra con panche, tavoli, dispensa e caminetto. L'altro vano al piano superiore poteva ospitare sei posti per il pernottamento con sacco a pelo. Era dotato anche di due cantine rifornite di legna. 


Bivacco Sassello, San Godenzo. Foto Aleandro Fabbrucci, 2018

Ancora due particolari del vano terra.
Nella prima foto si nota il pavimento in lastre di pietra e il lavello in pietra.


Bivacco Sassello, San Godenzo. Foto Aleandro Fabbrucci, 2018
Nella foto successiva un manufatto eseguito in pietra. 

Bivacco Sassello, San Godenzo. Foto Aleandro Fabbrucci, 2018

Nell'alta valle del Rabbi, nel comune di San Godenzo, oltre alla casa in località Sassello si trovavano altri antichi edifici, oggi quasi interamente distrutti dopo l'abbandono della montagna.
I ruderi, alcuni dei quali ancora visibili, erano presenti anche in località Forcone, Pian di Castagno, Usciaioli (vedi video), Coloreto, Frassine, Giogo (vedi post).

Dal Valico dei Tre Faggi, da un punto di vista catastale, l'antica viabilità della zona era rappresentata dalla Strada vicinale Pian di Castagno che raggiungeva la località omonima, come la strada degli Usciaioli, che iniziava dalla vicinale Giogana. La vicinale Pian di Castagno-Sassello  metteva in comunicazione le due case, passando per le abitazioni di Frassine e Coloreto. La Strada di Valdonetto giungeva invece da Pian di Castagno nel comune di Premilcuore. 
 
In conclusione vorrei evidenziare che nel comune di San Godenzo oltre Sassello altri ruderi sono stati trasformati in bivacchi o rifugi da parte dell'Unione di Comuni Valdarno Valdisieve, con finanziamenti della Regione Toscana o della Comunità Europea: la Capanna di Citerna, in loc. Poggio di Giogo; il bivacco Monte dei Gralli, che si affaccia sull'alta valle del Montone, ha permesso di recuperare un intero edificio. Sono presenti inoltre il bivacco Borbotto (m. 1200 s.l.m.) e un altro situato  presso il Rifugio Le Fontanelle.

 ANDREA PAPI

venerdì 27 settembre 2019

Il seccatoio restaurato

L'articolo tratta di un antico seccatoio con relativo annesso, di proprietà privata, che è stato appena restaurato, posto all'interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. 
Il seccatoio si trova nei pressi di Castagno d'Andrea, tra il Fosso del Rupino e il Fosso della Macia. 
E' inserito in un complesso di marronete storiche attraversate dall'antica Strada dei Carbonai, già presente nel Catasto granducale, attualmente denominata Strada vicinale di Cavallaia che congiunge Pian del Vaio con la Fonte del Borbotto. 
Il Sentiero Natura del Parco, che ha come tema  "La civiltà del castagno", ripercorre un tratto della "strada" dove è presente il seccatoio, considerato una delle emergenze territoriali.


Il seccatoio restaurato, lato nord ovest

Il seccatoio restaurato, lato nord est

L'aspetto costruttivo esterno del seccatoio è una struttura in pietra  con tetto a capanna, con la falda sul lato ovest del corpo principale prolungata sull’annesso. Il manto di copertura è composto da tegole marsigliesi. La struttura portante del tetto è costituita da una doppia orditura di travi e travetti con sovrastante un assito in legno di castagno posto in modo irregolare, che permette un'areazione sufficiente del fuoco e favorisce l'essiccazione delle castagne. 

Da notare che all'epoca di costruzione del seccatoio si presume che il manto fosse in lastre di pietra, ma in occasione di un remoto rifacimento della copertura questa sia stata sostituita da tegole alla marsigliese, già in produzione in zona (es. Fornace Brunelleschi  delle Sieci) negli anni '70 dell'800. 


Nella foto successiva, corrispondente al lato sud del seccatoio, è evidenziato il prolungamento della falda e si nota la nuova feritoia realizzata a servizio di areazione del seccatoio. 

Il seccatoio restaurato, lato sud

Nel fronte principale del seccatoio è visibile in alto la piccola finestra, corrispondente al piano soppalcato, utilizzata per l'inserimento dall'esterno delle castagne. Queste vengono posizionate su un ripiano interno, costituito da staggiole in legno di castagno, che appoggia su travi sempre in castagno a circa m. 2 da terra. 

Il seccatoio restaurato, particolare della finestra

Dalla porta di ingresso del corpo principale dotata di architrave in castagno si accede nell'ambiente terreno, dove viene posizionato il fuoco che serve per l'essiccazione delle castagne.


Il seccatoio restaurato, la porta di accesso

L'Azienda agricola Il Casone di proprietà Fabbri ha eseguito il recupero del seccatoio, che si trova posto all'interno di una marroneta secolare, con numerosi esemplari di notevoli dimensioni.

Il seccatoio lato nord est prima del restauro

Prima dell'intervento di restauro il seccatoio era composto da un corpo di fabbrica principale che necessitava di opere di manutenzione e da un annesso in adiacenza la cui composizione era riconoscibile dalla presenza della muratura perimetrale e dalla pavimentazione, ma privo di copertura.


Il seccatoio prima del restauro lato nord ovest

 

L'intervento è stato finalizzato al recupero della porzione del seccatoio con la realizzazione di una nuova copertura con le stesse caratteristiche di quella presente sul seccatoio stesso e che segue l'andamento della falda attuale.

 


Il seccatoio durante il restauro

 

Particolare della porta prima e dopo il recupero. Le pietre degli stipiti si trovavano in loco, l'architrave e la porta sono in legno di castagno.



 

Il piano di calpestio era ricoperto di terreno vegetale che è stato rimosso fino al ritrovamento della pavimentazione costituita da lastricati in pietra.

 

 

Nell'interno dell'annesso dopo il restauro è visibile il cordolo in cca lasciato in vista. Nei seccatoi all'interno delle marronete l'annesso aveva la funzione di deposito, ma nel periodo in cui era acceso il fuoco, poteva servire anche di ricovero per il seccatore.

 


Il seccatoio è parte della marroneta, sassi e legno di castagno usato anche per il fuoco spento che secca le castagne da cui poi si ottiene la pregiatissima farina. 

L'intervento di recupero effettuato valorizza il paesaggio, conserva il patrimonio architettonico rurale tradizionale, mantiene un'attività socio culturale radicata nel territorio.

Altre informazioni sul seccatoio e il suo funzionamento sono presenti nell'articolo I metati e la farina di castagne pubblicato nel settembre dell'anno passato, a cui è seguita l'omonima mostra dedicata ai seccatoi (metati) del territorio di San Godenzo. 

 
I metati e la farina di castagne 
 Mostra a cura di Andrea Papi / Progetto le Valli
Casale e Castagno d'Andrea, ottobre 2018
Collaborazione Centro visite Parco e Comune San Godenzo 

 

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